Un importante risultato raggiunto con uno dei nostri progetti di pet therapy!
La relazione uomo-cane, gestita da personale opportunamente formato, può essere un valido aiuto in circostanze particolari come questa e più in generale per gli ospiti di rsa, strutture ospedaliere, scuole e per le famiglie.
Riportiamo di seguito il pezzo pubblicato da Lucca in Diretta in data 7 luglio 2018
La notizia è stata ripresa anche dal Tgcom24 e da La Nazione
"E' in coma vegetativo da 8 mesi ma ha teso la mano al cane Sun addestrato che le era stato avvicinato, dopo il consenso dei familiari. Che ora, grazie alla pet therapy tornano a sperare. Un evento significativo e commovente che ha riportato metaforicamente il 'sole' alla struttura polivalente dell’Asl Toscana nord ovest San Cataldo a Santa Maria a Colle.
All’interno del modulo stati vegetativi, nella Rsa Arcobaleno, la presenza di un cane di nome Sun, uno splendido esemplare di labrador (nella foto, ndr), ha infatti originato un gesto che ha riempito di speranza e di emozione i familiari di un’ospite e gli stessi operatori della struttura.
L’episodio è avvenuto alla fine di giugno 2018 durante una giornata dedicata alla pet therapy organizzata nell’ambito del progetto condiviso tra la cooperativa La Salute, che gestisce la struttura, e la Scuola Delfino di Rifugio Valdiflora. Un’educatrice, acquisito il consenso dei familiari, ha condotto il cane addestrato accanto ad una paziente che da 8 mesi è in stato di coma vegetativo e da 5 mesi è ospite della struttura; nel momento in cui l’animale si è avvicinato al letto, dietro ordini vocali semplici da parte del personale del modulo, la donna ha avuto una reazione bellissima, muovendo la mano verso il cane. E' stata quindi aiutata ad accarezzarlo e, a seguito della percezione tattile, ha assunto un’espressione del viso rilassata e distesa.
Per tutti gli operatori ma soprattutto per i familiari della signora è stato un momento intenso e commovente: la dimostrazione che l’ospite stava iniziando a riavere contatti con l'esterno.
Visti gli ottimi riscontri, questo approccio verrà ripetuto nei prossimi giorni, in attesa di altri segnali incoraggianti come quello che si è registrato alcuni giorni fa. Questo ha anche rafforzato la scelta dei medici specialisti che hanno in carico la donna verso un percorso di riabilitazione intensiva.
E’ stato quindi un episodio denso di significato, in grado di dare speranza ai familiari, ma anche un’enorme gratificazione per il personale, che in San Cataldo è quotidianamente impegnato a garantire un’adeguata presa in carico dei pazienti, indipendentemente dal loro stato di salute, sempre in un’ottica di qualità di vita.
Gli operatori socio-sanitari della struttura polivalente di San Cataldo si occupano degli utenti dell’hospice, della Rsa Arcobaleno, del modulo stati vegetativi e del modulo per disturbi cognitivi comportamentali Rsd.
Più in generale, la pet therapy rientra in un percorso di umanizzazione delle cure, concetto che si è evoluto negli ultimi anni ed in virtù del quale non c’è solo una malattia da curare bensì una persona da considerare nella sua interezza, con bisogni che riguardano anche la sfera psico-affettiva e relazionale.
Il progetto è il frutto di un lavoro di pianificazione, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie volte a tutelare al massimo sia la persona ricoverata che l’animale coinvolto; alle sedute periodiche di pet therapy partecipano infatti solo cani giudicati idonei in base a precisi requisiti comportamentali e sanitari.
I benefici della loro presenza a fianco dei pazienti hanno anche basi chimiche e fisiche: il loro affetto stimola l’organismo a produrre endorfine inducendo uno stato di tranquillità e rilassatezza.
Accarezzare un animale significa per alcuni pazienti lasciarsi andare alla tenerezza e anche riscoprire l’importanza del contatto fisico. Di più, la presenza di un animale risveglia spesso ricordi di un’esistenza passata, frammenti di vita che tornano ad affiorare nella mente.
E’ quindi importante la relazione che si viene ad instaurare tra il cane e la persona, che spesso permette di aprire nuovi canali comunicativi con il paziente, sempre in funzione del raggiungimento degli obiettivi legati al progetto dedicato a ciascun ospite."
Nella gallery sotto da sinistra verso destra: la struttura in cui si è tenuto il progetto, Sun con Anastasia, il gruppo della Scuola Delfino